La rotazione degli incarichi nel SSN: un fondamentale strumento anticorruzione
Una delle principali cause della corruzione in ambito sanitario è la mancata o insufficiente applicazione del principio di rotazione degli incarichi dei dirigenti e dei funzionari, come confermato dall’istituzione di un apposito tavolo congiunto tra ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) e AGENAS (Agenzia Nazionale per il Servizi Sanitari Regionali) sul tema, nell’ambito dei protocolli di intesa siglati tra i due enti.
Non è un caso che un recente provvedimento di ANAC (Atto del Presidente 3 luglio 2024, fasc.1231.2024) affronti proprio le particolarità della rotazione degli incarichi nell’ambito di un’azienda sanitaria locale, con alcune interessanti indicazioni operative.
La rotazione degli incarichi all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, così come previsto dalla legge 190 del 2012, si configura come uno strumento essenziale non solo per la prevenzione della corruzione ma anche per la promozione di un ambiente di lavoro in cui trasparenza e integrità siano alla base delle attività quotidiane. La rotazione costituisce una c.d. misura di carattere generale che risponde a una logica preventiva, volta a evitare che i dipendenti, specie quelli con poteri decisionali rilevanti, consolidino relazioni o interessi potenzialmente dannosi per l’ente e contrari all’interesse pubblico. Nello specifico, la rotazione si rivela utile per contrastare fenomeni corruttivi, di favoritismo e garantire un uso corretto delle risorse pubbliche, minimizzando altresì i rischi legati a potenziali conflitti di interesse.
Applicare efficacemente la rotazione degli incarichi in un contesto complesso e articolato come quello sanitario, però, richiede la predisposizione di regole interne adeguate. A differenza di altri settori della pubblica amministrazione, gli enti sanitari si trovano infatti a dover gestire posizioni altamente tecniche, spesso ricoperte da professionisti con competenze specialistiche, difficili da reperire e formare. La disponibilità limitata di risorse qualificate rappresenta un elemento di criticità, poichè può impedire una rotazione frequente, soprattutto nei settori ad alto rischio corruttivo, come quelli legati agli acquisti di beni e servizi, alla gestione delle gare d’appalto, o alla supervisione delle risorse umane e finanziarie. Questi fattori possono ostacolare un’effettiva rotazione periodica, riducendo così l’efficacia delle misure anticorruzione.
L’adozione di un regolamento specifico sulla rotazione degli incarichi risulta fondamentale per gestire queste criticità. Un documento di regolamentazione chiaro, articolato e costruito in modo da rispondere alle esigenze reali dell’ente, può fissare criteri obiettivi di rotazione, prevedendo non solo la frequenza dei cambiamenti ma anche le modalità di attuazione e le eventuali deroghe in casi particolari. Questo approccio consente di attuare una rotazione effettiva, che non sia né rigida né meramente formale, ma che rispetti le peculiarità organizzative dell’ente, in particolare la necessità di garantire continuità e qualità nei servizi sanitari erogati. Il regolamento potrebbe, ad esempio, stabilire periodi di permanenza massimi e minimi in determinati incarichi, definendo i rischi associati a ciascun ruolo e adottando misure compensative qualora, per necessità, un dipendente debba rimanere più a lungo del previsto nella stessa posizione.
Parallelamente, un buon regolamento interno sulla rotazione potrebbe prevedere percorsi di affiancamento e formazione specifici per facilitare il passaggio di consegne e rendere il personale immediatamente operativo nelle nuove funzioni. Questo approccio permette di ridurre i tempi di adattamento al ruolo e di evitare che il cambio di incarico abbia effetti negativi sull’efficienza dell’ente. Il personale che assume nuovi incarichi in ragione della rotazione, adeguatamente supportato con formazione continua e strumenti di aggiornamento, sarà infatti in grado di adattarsi più rapidamente alle nuove responsabilità, con evidenti vantaggi anche in termini di efficacia delle prestazioni e continuità nella gestione dei processi.
Inoltre, per garantire la massima efficacia, il regolamento dovrebbe includere disposizioni che consentano un monitoraggio costante degli effetti della rotazione, al fine di valutare periodicamente l’efficacia della misura e apportare eventuali modifiche. In tale ottica, il regolamento dovrebbe promuovere la partecipazione di tutti i livelli dirigenziali alla gestione della rotazione, favorendo un confronto interno che permetta di raccogliere feedback e proporre soluzioni operative per migliorare ulteriormente il sistema di prevenzione della corruzione.
Questa soluzione può dunque consentire agli enti sanitari di rafforzare in modo effettivo l’integrità e la responsabilità nelle proprie attività, senza limitarsi ad adempimenti meramente formali della legge 190/2012 e senza rinunciare all’efficienza del proprio funzionamento. Oltre a prevenire comportamenti illeciti, la rotazione contribuisce a creare un ambiente di lavoro aperto e inclusivo, in cui il personale è incentivato a mantenere un comportamento etico e trasparente. In questo senso, la rotazione degli incarichi rappresenta anche un’opportunità di miglioramento continuo e di valorizzazione delle risorse umane, fondamentali per garantire la qualità e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Gli enti che si dotano di un regolamento specifico sulla rotazione compiono, in ultima analisi, una scelta strategica che permette loro di salvaguardare la propria reputazione, tutelare l’interesse pubblico e assicurare che il bene primario della salute venga gestito con la massima integrità e trasparenza.
Per tutte queste ragioni, la redazione e l’adozione del regolamento richiede una pianificazione attenta e un impegno tempestivo da parte delle amministrazioni e dei dirigenti coinvolti, i quali, con il supporto di consulenti legali esperti e dotati di comprovate competenze in materia di anticorruzione e diritto amministrativo, possono valorizzare le particolarità delle singole strutture e delle specifiche competenze professionali. Solo attraverso un approccio personalizzato e una comprensione approfondita delle necessità e dei vincoli operativi dell’ente sarà possibile individuare la soluzione più adeguata per implementare la rotazione in modo efficace, garantendo al contempo trasparenza, integrità e continuità nell’erogazione efficiente dei servizi ai cittadini.