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Concessioni spiagge. Alla scoperta delle principali novità del D.L. n. 131/2024: Siamo alla svolta?

Concessioni spiagge. Alla scoperta delle principali novità del D.L. n. 131/2024: Siamo alla svolta?

Con l’entrata in vigore del D.L. n. 131/2024 del 16 settembre 2024 è (forse) giunta a conclusione l’annosa questione delle concessioni balneari, tornato alla ribalta nel corso della fine del 2023 e che ha trovato la piena attenzione del Legislatore nel corso del periodo estivo dell’anno in corso.

Occorre infatti ricordare che le concessioni balneari hanno costituito un tema molto controverso nel nostro ordinamento in quanto regolate, da parte del Legislatore nazionale, in contrapposizione con la c.d. direttiva Bolkestein (Direttiva n. 2006/124/CE) la quale, infatti, impone criteri stringenti di concorrenza per garantire un mercato libero e aperto anche in tema di concessioni di beni demaniali; tuttavia, sin dalla pubblicazione della citata direttiva, l’Italia ha continuato a rimandare l’applicazione di tali principi, spesso attraverso deroghe e proroghe che alimentano una percezione di immobilismo e inefficienza (si consideri che le attuali concessioni sono state prorogate ex lege sino al 31 dicembre 2024). Tutte circostanze che hanno condotto anche all’avvio di una procedura di infrazione nei confronti del nostro Stato (proc. n. 2020/4118).

Le menzionate problematiche, tuttavia, risultano essere (teoricamente) oggi venute meno in ragione della pubblicazione del D.L. n. 131/2024 la quale ha definitivamente riformato l’intero sistema strategico delle concessioni balneari.

Punto centrale del menzionato DL è la gestione delle proroghe delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per scopi turistico-ricreativi e sportivi; secondo il menzionato DL, in riforma alla L. n. 118/2022, le concessioni esistenti, che avrebbero dovuto cessare di produrre effetti il 31 dicembre 2024, sono state ulteriormente prorogate sino al 30 settembre 2027 per permettere una transizione ordinata verso nuove procedure di assegnazione.

Ed infatti, ciò che maggiormente rileva della normativa in commento attiene proprio ai risvolti futuri che la stessa sarà in grado di produrre nella futura assegnazione delle concessioni in commento.

Occorre infatti considerare che le concessioni balneari in Italia sono state spesso assegnate senza una vera competizione, con modalità che, in molti casi, hanno favorito i concessionari già esistenti, limitando di fatto l’accesso a nuovi operatori e impedendo lo sviluppo di una sana concorrenza.

Circostanza che sembra oggi essere venuta meno mediante il citato DL che, come accennato, pone l’obbligo – una volta scadute le proroghe normative disposte – di procedere all’affidamento delle citate concessioni mediante procedure ad evidenza pubblica.

Per tale ragione, è importante considerare che la decisione legislativa rappresenta, sotto un’altra prospettiva, una sfida e una responsabilità per tutti i soggetti coinvolti. Per le Amministrazioni pubbliche e gli operatori del settore, infatti, sarà fondamentale sfruttare il tempo rimanente per pianificare e organizzare in modo efficace le future procedure ad evidenza pubblica, che dovranno rispettare i requisiti comunitari e mirare a valorizzare le risorse costiere in modo sostenibile, evitando di ripetere errori passati.

Per tale ragione, è cruciale che le Amministrazioni inizino subito a progettare bandi trasparenti e competitivi che garantiscano un accesso equo e non discriminatorio alle concessioni, pur tenendo in considerazione che – in caso di difficoltà oggettive, come contenziosi legali o problematiche tecniche – le scadenze delle concessioni vigenti possono essere estese fino al 31 marzo 2028 ma solo per il tempo strettamente necessario a concludere le procedure. Questo evidenzia l’importanza di un impegno tempestivo nella pianificazione, per evitare ulteriori ritardi che potrebbero compromettere la credibilità e l’efficacia del sistema di concessioni.

Per tale ragione, le gare dovranno essere bandite con anticipo e più precisamente almeno sei mesi prima della scadenza del titolo concessorio considerato che, all’infuori del caso anzidetto, il DL n. 131/2024 vieta qualsiasi forma di proroga automatica o tacita delle concessioni attuali, salvo nei casi in cui la procedura di affidamento sia già in corso e necessiti di ulteriore tempo per essere conclusa.

Un altro aspetto rilevante introdotto dalla normativa riguarda l’aggiornamento degli importi dei canoni per le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali a scopo turistico-ricreativo e sportivo. Il decreto stabilisce che, in mancanza di un provvedimento specifico, gli importi verranno automaticamente aumentati del 10%. Questo aggiornamento riflette la necessità di allineare i canoni alle condizioni di mercato attuali, garantendo maggiori entrate per le amministrazioni pubbliche, ma pone anche nuove sfide per gli operatori del settore, che dovranno affrontare costi più elevati. Per le amministrazioni locali, ciò richiederà una valutazione attenta dell’impatto economico sui concessionari e una gestione equilibrata delle relazioni con gli operatori del settore.

Alla luce di quanto esposto, emerge chiaramente come la transizione verso un sistema di concessioni più trasparente e competitivo non possa più essere rinviata.

Le nuove scadenze e l’obbligo di ricorrere a procedure ad evidenza pubblica impongono una pianificazione accurata e un impegno immediato da parte delle amministrazioni e degli operatori coinvolti, i quali solo con il supporto di consulenti legali esperti e con acclarate competenze in materia di concessioni demaniali marittime e più in generale di diritto amministrativo, in grado di valorizzare le specificità delle singole concessioni e dei territori, potranno individuare la soluzione concretamente più idonea per affrontare questa sfida con successo.

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