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Correttivo codice appalti pubblici: le possibili principali novità’ ad una prima lettura

Correttivo codice appalti pubblici: le possibili principali novità’ ad una prima lettura

Lo scorso 21 ottobre 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo correttivo al Codice dei Contratti pubblici, trasmesso il 7 novembre 2024 alle Camere per i pareri delle Commissioni competenti, secondo la procedura prevista dalla legge delega n. 78/2022. Il decreto correttivo rappresenta una significativa opportunità per modernizzare e rendere più competitivo il sistema degli appalti italiani, affrontando criticità emerse a seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. n. 36/2023. Le modifiche ivi proposte, infatti, si inseriscono in un percorso di semplificazione e razionalizzazione, volto a migliorare l’accesso al mercato, garantire maggiore trasparenza e ridurre le inefficienze, senza però compromettere la qualità e la legalità delle procedure. Questo intervento si propone non solo di perfezionare alcune norme già esistenti, ma anche di introdurre nuovi strumenti per incentivare una gestione più dinamica e inclusiva delle gare pubbliche.

Tra le novità più rilevanti, spicca l’intervento sull’equo compenso, che introduce meccanismi più chiari per garantire una remunerazione equa e adeguata a professionisti e imprese. In particolare, per gli affidamenti diretti è stato previsto un importo minimo pari almeno all’80% del compenso stabilito, mentre nelle procedure di gara viene introdotto un tetto massimo ai ribassi, fissato al 35%. Queste misure mirano a garantire un equilibrio tra l’appetibilità economica degli appalti e la qualità delle prestazioni offerte, evitando il rischio di ribassi eccessivi che potrebbero compromettere l’efficienza e la sostenibilità dei contratti.

Un ulteriore passo avanti riguarda il sistema di revisione prezzi, che, attraverso parametri chiari e uniformi, permetterà di gestire in modo più efficace le oscillazioni di mercato, tutelando sia le stazioni appaltanti che gli operatori economici.

Un’altra modifica strategica riguarda l’anticipazione dei pagamenti per i progettisti, estesa anche alla fase progettuale negli appalti integrati. Questa misura fornisce maggiore liquidità ai professionisti, consentendo loro di affrontare con più serenità i costi iniziali delle attività di progettazione e incentivando un approccio accurato sin dalle fasi preliminari. Tuttavia, resta ancora aperta la possibilità di estendere tale beneficio anche ai servizi tecnici non connessi a un appalto integrato, per garantire una parità di trattamento tra diverse tipologie di prestazioni.

Particolare attenzione è stata riservata alle piccole e medie imprese (PMI), attraverso misure che ne facilitano l’accesso agli appalti pubblici, come la possibilità delle stazioni appaltanti di riservare alle PMI i contratti sottosoglia europea e l’introduzione di una quota del 20% di subappalto riservato a queste ultime. Questi interventi non solo promuovono l’inclusione delle PMI, ma contribuiscono anche a rendere il mercato degli appalti più dinamico e diversificato, ampliando le opportunità per una platea più ampia di operatori economici. Parallelamente, la semplificazione prevista per le garanzie fideiussorie si pone come un ulteriore incentivo per le imprese di minori dimensioni, che spesso incontrano difficoltà nell’accesso al credito.

Innovazioni importanti riguardano anche la digitalizzazione e l’efficienza procedurale. L’adeguamento delle soglie per l’obbligo di adozione del BIM (Building Information Modeling), agli appalti di importo superiore a due milioni di euro, in vista della piena applicazione dal 2025, rappresenta un passo avanti verso la modernizzazione del settore, lasciando alle imprese più piccole il tempo necessario per adeguarsi alle nuove tecnologie. Inoltre, il rafforzamento della disciplina della finanza di progetto, con una procedura di gara a due fasi, e la riforma del Collegio Consultivo Tecnico (CCT) sono misure che puntano a migliorare la trasparenza, la competitività e la capacità di prevenire e risolvere le controversie.

Un altro elemento cruciale del correttivo è la qualificazione delle stazioni appaltanti, con incentivi mirati a favorire la professionalizzazione degli enti e a promuovere la specializzazione dei soggetti aggregatori. Questo intervento si propone di migliorare l’affidabilità e la competenza delle stazioni appaltanti, contribuendo a ridurre errori e inefficienze che spesso rallentano l’intero sistema.

In conclusione, il correttivo si configura come un passo avanti significativo per rispondere alle esigenze di un mercato degli appalti in continua evoluzione. Tuttavia, il successo di queste riforme dipenderà dalla capacità degli operatori, pubblici e privati, di comprenderne a fondo le implicazioni e di applicarle correttamente. Le opportunità offerte da queste innovazioni richiedono competenze specifiche e una conoscenza approfondita della normativa.

Il nostro studio segue gli aggiornamenti del procedimento di approvazione del decreto ed è a disposizione di operatori ed enti interessati ad approfondire il tema.

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