La riqualificazione degli immobili pubblici: programmi di finanziamento per l’efficienza energetica nell’edilizia pubblica
| L’articolo è stato pubblicato con altro titolo su Requadro.com il 26 marzo 2020. |
La (necessaria) riqualificazione energetica degli immobili delle amministrazioni pubbliche, tra obblighi normativi, esigenze di cassa e lotta al cambiamento climatico, è l’oggetto di cinque articoli, che tracciano un viaggio alla scoperta di contributi ed incentivi economici e fiscali a disposizione degli enti pubblici. Questo è il terzo articolo.
Vi sono diversi fondi specifici, sia a livello statale che a livello regionale, destinati all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico.
Già con il d.lgs. n. 102/2014 (di recepimento di una importante direttiva europea in materia di efficienza energetica, la direttiva n. 2012/27/UE) è stato istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) un “fondo nazionale per l’efficienza energetica”, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi nazionali di settore. Dotato di risorse totali per 310 milioni di euro, il fondo finanzia con tasso agevolato o presta garanzie per interventi di efficientamento in vari ambiti pubblici e privati, tra cui gli edifici pubblici e l’edilizia residenziale pubblica.
Lo stesso decreto legislativo prevede inoltre l’istituzione di un Programma per la riqualificazione energetica degli edifici della Pubblica Amministrazione Centrale – PREPAC, allo scopo di consentire allo Stato italiano di rispettare l’obbligo – di derivazione europea – di riqualificazione energetica annua del 3% della superficie utile del patrimonio immobiliare delle amministrazioni statali. I ministeri e le altre amministrazioni statali centrali possono proporre, entro il 15 luglio di ciascun anno, progetti di interventi su edifici di proprietà e a uso della PA (inclusi gli immobili periferici) da finanziare tramite le risorse del programma, pari ad un totale di 355 milioni di euro. Gli interventi – singoli oppure combinati – devono rientrare nell’elenco di quelli previsti dal programma (che include ad esempio l’isolamento dell’involucro, la sostituzione degli infissi o di impianti, etc.) e devono essere basati sull’attestato di prestazione energetica o diagnosi energetica dell’immobile interessato. Le proposte di intervento vengono valutate e ammesse al finanziamento dal Ministero dello sviluppo economico, con il supporto di Enea e GSE (che hanno anche predisposto delle linee guida per i progettisti), secondo l’ordine riportato nella graduatoria annuale, per un importo che può arrivare fino al 100% della spesa esposta e rimasta a carico dell’Amministrazione proponente (nei limiti delle risorse annualmente disponibili e tenendo conto di eventuali cofinanziamenti).
Un esempio più recente di misure finanziarie ad hoc per l’efficientamento di immobili pubblici è contenuto nelle previsioni del d.l. n. 34/2019 (cd. “decreto crescita”), il quale ha istituito un contributo in favore dei comuni per interventi relativi all’efficienza energetica (anche negli edifici di proprietà dell’ente e nell’edilizia residenziale pubblica) e allo sviluppo territoriale sostenibile. Oltre ad uno stanziamento di 500 milioni di euro per il 2019 suddiviso tra i comuni sulla base delle dimensioni della popolazione, il decreto crescita ha previsto un programma pluriennale di finanziamento destinato ai comuni sotto i 1.000 abitanti.
In termini analoghi, la legge di bilancio 2020 ha confermato l’assegnazione ai comuni – per le annualità da 2020 a 2024 (ma la legge prevede già un ulteriore stanziamento per gli anni successivi) di contributi per investimenti destinati ad opere pubbliche anche in materia di risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziali pubblica. Lo stanziamento ha un limite di 500 milioni di euro annui. Due recenti decreti dirigenziali del Ministero dello Sviluppo Economico hanno previsto i criteri di riparto delle risorse per il 2020 e per gli anni successivi tra i Comuni, sempre sulla base della popolazione residente. L’erogazione effettiva del contributo è subordinata all’avvio dei lavori per cui è richiesto entro determinate scadenze annuali.
Anche a livello regionale vi sono diversi bandi per il finanziamento di iniziative volte all’efficientamento energetico degli edifici, con risorse derivanti dai fondi strutturali e di investimento europei. Un osservatorio dell’ENEA (ente statale di riferimento per l’efficienza energetica) tiene traccia di tali possibilità in una pagina dedicata del suo sito. Tra le iniziative più recenti, vi è ad esempio un bando della Regione Lombardia dedicato al finanziamento di interventi di “efficientamento energetico di fabbricati esistenti destinati a servizi abitativi pubblici di proprietà esclusiva di ALER e dei Comuni definiti ad alta tensione abitativa”.
La stessa Regione Lombardia, inoltre, nonostante l’emergenza coronavirus, ha pubblicato il 3 marzo 2020 il bando “Axel” dedicato ai Comuni e agli enti locali, i quali possono ottenere contributi a fondo perduto fino al 100% della spesa sostenuta per l’esecuzione di interventi per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico e l’autoconsumo della stessa attraverso sistemi di accumulo di energia elettrica. Il bando Axel ha una dotazione di 10 milioni di euro, a valere su fondi.