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L’estate delle concessioni demaniali in Calabria: qualche certezza arriva… dall’emergenza

L’estate delle concessioni demaniali in Calabria: qualche certezza arriva… dall’emergenza

La stagione estiva è ormai alle porte, ma per i gestori di lidi titolari di concessioni demaniali purtroppo la situazione non è molto diversa da quella illustrata nei nostri precedenti articoli sul tema dei mesi scorsi.

Come già evidenziato nei mesi precedenti, il settore delle concessioni demaniali è da tempo sotto la lente d’ingrandimento delle istituzioni dell’Unione Europea, che chiedono allo Stato italiano una riforma delle modalità di affidamento delle concessioni basata sull’apertura alla concorrenza, in conformità al diritto europeo.

Il legislatore italiano non è ancora riuscito ad impostare una riforma del settore completa, seria e razionale, intervenendo di fatto negli anni con delle proroghe generalizzate delle concessioni “in vista di una riforma”: l’ultima proroga in ordine di tempo, contenuta nella legge di bilancio per il 2019, rinviava fino al 2033 la scadenza delle concessioni esistenti. Questa misura, analoga a precedenti già giudicate contrarie al diritto europeo dalla Corte di Giustizia europea, è stata da subito considerata problematica e ha portato la Commissione europea ad avviare a dicembre 2020 una nuova “procedura di infrazione” per violazione del diritto europeo nei confronti dell’Italia. Nei mesi successivi, diverse sentenze dei TAR e del Consiglio di Stato hanno giudicato in sostanza non applicabile la nuova proroga di quindici anni. Anche l’Autorità antitrust italiana (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha affermato la necessità per i Comuni di disapplicare la normativa statale perché in contrasto con la normativa europea a tutela della concorrenza, segnalando alcuni provvedimenti di proroga adottati dai comuni concedenti, tra cui il comune di Reggio Calabria.

Al quadro descritto, già di per sé a dir poco complesso e delicato, si aggiunge il conflitto tra Stato e Regioni sulla titolarità del potere di intervenire con atti di legge per disciplinare la materia ai sensi della Costituzione. In un caso recente già evidenziato su queste pagine, proprio la Regione Calabria ha avuto la peggio in un giudizio di fronte alla Corte costituzionale, la quale ha affermato che spetta allo Stato porre le regole per l’affidamento delle concessioni demaniali in ragione della competenza statale in materia di tutela della concorrenza.

La Regione Calabria ha cercato di fornire la propria interpretazione delle norme e di dare indicazioni ai Comuni, comprensibilmente in difficoltà dato il conflitto tra i diversi livelli di disciplina.

Nelle circolari emanate sull’applicazione della proroga prevista dalla legge statale, la Regione ha di fatto invitato i Comuni ad avviare un procedimento specifico di “ricognizione” delle concessioni di propria competenza, chiedendo agli operatori di attivarsi per richiedere il riconoscimento della proroga e formalizzando poi la nuova durata della concessione, con atto ricognitivo aggiuntivo rispetto alla concessione esistente o con semplice annotazione in calce alla stessa (in entrambi i casi, con relativa registrazione onerosa a carico del concessionario).

Nella sua circolare del 21 aprile scorso, però, la Regione ha rimarcato come le iniziative della Commissione europea, le sentenze amministrative e gli interventi dell’Autorità antitrust italiane abbiano determinato una situazione di incertezza, a fronte della quale le indicazioni fornite dalla Regione non possono ritenersi al riparo da eventuali contestazioni in sede giurisdizionale.

C’è però, almeno per i prossimi mesi, la possibilità di basare la validità delle concessioni su una norma straordinaria, adottata in conseguenza della pandemia e richiamata dalla stessa Regione Calabria nelle sue ultime indicazioni: il decreto-legge n. 18/2020 (c.d. “cura Italia”) sospende infatti la scadenza di diversi provvedimenti amministrativi, tra cui le concessioni, fino ai “novanta giorni successivi alla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza”. Attualmente la scadenza dello stato di emergenza è il 31 luglio 2021, il che comporta la validità quantomeno fino al 31 ottobre 2021 delle concessioni in scadenza o scadute negli ultimi mesi. Data la motivazione alla base della proroga (la situazione di emergenza) e la durata relativamente ridotta, si può confidare ragionevolmente nella “tenuta” di tale misura rispetto al diritto europeo.

Nel frattempo, la Regione Calabria ha in discussione un disegno di legge che permetterebbe l’estensione della superficie delle concessioni demaniali in ragione delle esigenze di distanziamento connesse alla pandemia, come già accaduto nell’estate 2020.

Qualche elemento di (relativa) certezza su cui pianificare l’attività estiva, sperando in un intervento finalmente risolutore da parte della legge nazionale.

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